mercoledì 12 ottobre 2011

Persone della Merceologia: Emilio Abelardo Romegialli (1851-1938)


Il giorno 17 dello scorso maggio (1938) alla tarda età di 87 anni serenamente, come sempre visse, si è spento in Verona il prof. cav. uff. Emilio Abelardo Romegialli. Nacque a Sondrio nel 1851; dopo i primi studi nella città nativa nell'Istituto industriale e professionale, passò al R. Museo industriale di Torino, dove ottenne nel 1871 l'Attestato finale di esercizio pratico della Chimica tecnologica ed analitica. Dal Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, nello stesso anno fu inviato, per un corso di perfezionamento in Chimica tecnologica, al Politecnico di Zurigo, che frequentò per un triennio sotto la guida dei proff. Kopp e Wislicenus.

Una rivista di Merceologia dell'Ottocento

Per una storia della Merceologia è interessante ricordare una "Rivista di Merceologia" di cui esistono alcuni fascicoli schedati da http://www.lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/637/

Il titolo è "Rivista di merceologia", Sottotitolo: "Per la repressione delle sofisticazioni e delle falsificazioni dei prodotti commerciali. Eco dei laboratori di chimica igienica e tecnologia delle Camere di Commercio", pubblicata a Milano-Roma, poi Milano.

I fascicoli esistenti vanno dall'anno I, fascicolo I, datato gennaio/febbtaio 1891, all'anno II, fascicolo XI-XII, novembre-dicembre 1892, apparsi con periodicità bimestrale e poi mensile. Pagine 48, poi 24. Formato 15 x 22.

Il Direttore risulta Dioscoride Vitali; l'editore Ambrogio Pavia, poi Felice Pavia (proprietarui responsabili). Lo stampatore risulta la Tipografia del Riformatorio Patronato poi Tipografia del Patronato, Milano.

La rivista (come si legge nel primo numero), esce come supplemento al «Bollettino farmaceutico». Si legge, infatti, nell'articolo Al lettore del gennaio 1891 che "delle cognizioni di merceologia ha somma necessità il farmacista" che, tramite la nuova rivista, potrà accrescere il proprio "patrimonio scientifico", facilitando "il compito dei propri doveri professionali".

La rivista, che è organizzata in rubriche, non si limita a trattare le sostanze farmaceutiche in senso stretto, ma si rivolge all'intero campo merceologico, con particolare attenzione verso i metodi di identificazione di "sofisticazioni e falsificazioni delle merci". Nella rubrica "Metodi di fabbricazione e d'analisi delle merci" trovano spazio articoli come Principali reazioni cromatiche caratterizzanti l'olio d'oliva (settembre-ottobre 1891), o Mezzi per riconoscere le resistenze delle pietre al gelo (novembre-dicembre 1891), in cui vengono descritti processi di lavorazione e metodi pratici per testare i prodotti.

Altre due rubriche "Nuovi prodotti e informazioni commerciali" e "Legislazione, giurisprudenza, contenzioso rispetto alle merci" completano la pubblicazione. Nella prima si alternano notizie brevi dal mondo (cfr. Importazione ed esportazione fra Italia e Francia, settembre 1892) o prospetti di andamenti commerciali (cfr. Riassunto dell'esito del raccolto dell'olio d'oliva in Italia nel 1891-1892, luglio 1892). Nella seconda troviamo norme, regolamenti, decreti o commenti che riguardano l'intero arco merceologico (cfr. Decreto ministeriale che assimila per gli effetti doganali la saponina alla salicina, aprile 1892 o Interpretazione dell'art. 42 della legge di sanità pubblica alimenti degli animali, settembre-ottobre 1891).

Gli articoli provengono per lo più da autori esterni alla redazione o sono tratti da altre pubblicazioni. I pezzi interni non sono firmati. Redattore capo è Nicomede Coscera.

La pubblicazione cessa nel dicembre del 1892 tornando ad essere incorporata come rubrica "Merceologia" nel «Bollettino Farmaceutico». Ciò avviene a causa di sopraggiunte ristrettezze finanziarie, ovvero per "conciliare l'interesse economico degli abbonati con quello dell'amministrazione" (Ai cortesi collaboratori, ai benevoli soci, novembre-dicembre 1892).

sabato 1 ottobre 2011

Persone della Merceologia: Luciano Favretto (1932-2011)

Luciana Gabrielli
Mi è stato richiesto di ricordare Luciano Favretto professore di Merceologia; avrei voluto che fosse qualcun altro a parlarne, in quanto sono certa che ha lasciato il segno nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto, perché lui era una persona speciale per la sua bontà e per la mancanza di qualsiasi tipo di critica verso il suo prossimo. Si confrontava con gli altri con il suo sorriso perché sapeva vedere il lato buono in tutte le persone che aveva conosciuto.

mercoledì 7 settembre 2011

Le ricchezze della Terra

In: “Terra. Parolechiave 44”, Carocci editore, 2010, p. 69-76
  
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

I circa settemila milioni di persone esistenti sulla Terra possono “vivere”, cioè mangiare, scaldarsi, muoversi, comunicare, soltanto disponendo di beni materiali che possono essere tratti soltanto dalla Terra. Anche i beni apparentemente immateriali dipendono in gran parte da cose materiali; non è possibile avere felicità, dignità, libertà, se manca il cibo, l’acqua, un rifugio per la famiglia, non è possibile avere salute se non si dispone di acqua potabile, di gabinetti, di fognature, di servizi sanitari.

La Terra, da parte sua, col suo insieme di gas dell’atmosfera, di acque dolci e saline, di terreni e rocce superficiali e sotterranee, ha sulla sua superficie o nel suo interno grandissime, anche se non illimitate, ricchezze il cui uso è stato sempre ed è uno degli strumenti per assicurare una buona vita, ma anche solo la sopravvivenza, degli esseri umani.

Crescita e declino delle lampade ad incandescenza

La Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì 7 settembre 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Per la serie crescita e declino delle merci l’ecologia ha assassinato un altro dei grandi successi della tecnica, la lampada ad incandescenza, accusata di consumare troppa elettricità.. Col passare del tempo e con la crescita dell’attenzione per la sicurezza, la vita e l’ambiente molte merci di grande successo in passato sono state condannate a morte. Si pensi al DDT, salutato come la sostanza chimica che ha sconfitto la malaria, il cui uso è stato vietato dopo che si è scoperto che, per il suo carattere persistente, non biodegradabile, era in grado di intossicare molti esseri viventi e anche gli umani; il mercurio, che ha consentito la nascita dell’industria chimica e della produzione del cloro e che è stato impiegato per decenni nei bulbi dei termometri, è destinato a scomparire a causa della sua elevata tossicità; il piombo tetraetile, l’additivo per benzine che ha permesso decisivi progressi verso automobili più veloci e potenti, è stato bandito per la sua pericolosità e tossicità per i lavoratori e per l’aria urbana.

martedì 23 agosto 2011

Libri di Merceologia

A. Bianchi, "Merceologia e istituzioni commerciali", Milano, Hoepli, 1914
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Giuseppe Calabrò, "Merceologia risorse naturali, merci ed ambiente", Messina, Scuderi s.a.s., 1999.


Giovanni Canneri (1897-1964), "Merceologia", Firenze, Casa Ed. Poligr. Universitaria C. Cya, 1937


Canzoneri, F., “Lezioni di Merceologia”, Padova, editrice Universitaria, 1926


Ernesto Chiacchierini e M.C. Lucchetti, Materie prime, trasformazione e impatto ambientale, Kappa, 1997


Elvio Cianetti (1916-2009), "Merceologia", Roma, Dets, 1965


Giovanni Cioncolini, "Merceologia", Firenze, L. Cionini, 1944



Ciraolo L., M. Giaccio, A. Morgante e V. Riganti, Merceologia, Bologna, Monduzzi editore, 1998.


Walter Ciusa (1906-1989), "Trattato di Merceologia", Torino, Utet, 4a edizione, 1983, 592 pp.


Giovanni D'Amore, "Lezioni di Merceologia", Messina, Providente, 1968


Marco De Vincentis, http://www.marcodevincentis.net/antroalchimista/III%20Livello%20Merceologia.doc


Valentino Fortini, "Elementi di Merceologia", Torino, Utet, 2a edizione 1923-24, 2 volumi


Benito Leoci, Cicli produttivi e merci, Lecce, Adriatica Editrice Salentina, 1996.

Benito Leoci, "Cicli produttivi e merci", Aracne, 2007



S. Lorusso e M. Porcu, Le frodi alimentari in Italia, Chiriotti 1989.


Paolo Matcovich, "Compendio di Merceologia", Fratelli Dumolard editori, 1886, pp. 132, 280


Bruno Notarnicola, "Valutazione del ciclo di vita di impianti per arricchimento dei mosti", Bari, Cacucci, 2008


Michele Piga, "Merceologia ad uso degli Istituti Tecnici, corredata da questionari", Edizioni Cetim, 1979, 279 pp.


Maria Proto, "Merceologia e tutela del consumatore", Giappichelli, 2006, 305 pp


Emilio Abelardo Romegialli (1851-1938) e C. Rimatori, "Chimica e Merceologia"


Giovanni Ruggieri, "Lezioni di Merceologia", Kappa


Giancarlo Santoprete, "Aspetti storici ed evolutivi della cultura tecnologica e merceologica", ETS


Giuseppe Ventura, A. Collalto, "Introduzione all’analisi delle Merci", ed. Trafford Publishing, Victoria Can. 2006

Giuseppe Ventura, "Chimica e merceologia doganale", in versi, edizione privata, 2008

lunedì 22 agosto 2011

Le merci nella storia umana


Giorgio Nebbia nebbia @quipo.it

Alle radici della società dei consumi 
Molti sono indotti a pensare che la nostra sia, per eccellenza, la "società dei consumi". A ben guardare, invece, tutte le società del passato sono state attratte dai consumi, dall'esibizione della ricchezza, dalle merci di lusso ed esotiche, fonti, allora come oggi, di sprechi, di frodi, di corruzione.

In epoca romana l'avvento della società dei consumi coincide con la conquista dei paesi del Mediterraneo e con i contatti con i regni ellenistici, creati dagli eredi di Alessandro il grande e cresciuti, con alterna fortuna, nei tre secoli prima di Cristo, in Egitto, in Grecia e in Persia. I regni ellenistici si trovavano in una situazione eccezionale dal punto di vista del traffico delle merci di lusso, costituite da seta e giada provenienti dalla Cina, da profumi e aromi, provenienti dall'Africa centrale e dall'Arabia, da metalli, oro e pietre preziose provenienti dall'India.

giovedì 18 agosto 2011

C. Tricase, "Combustibili dalla biomassa"

Caterina Tricase (Università di Foggia), "Potenzialità e prospettive della produzione di biofuels", Workshop sul tema: "Lo sviluppo del mercato energetico in Puglia: energie rinnovabili ed implicazioni economiche-finanziarie", Foggia, 5 luglio 2011.

In linea di principio, il potenziale contributo delle biomasse alla futura offerta mondiale di energia potrebbe consentirgli di svolgere un ruolo importante nell’offerta energetica mondiale, ma i vari studi ed analisi hanno mostrato una vasta gamma di valutazioni. La diversità è influenzata dalle metodologie, le ipotesi sui terreni disponibili, le rese agricole e le differenze dei costi di produzione stimati.

martedì 16 agosto 2011

La guerra delle terre rare

2011 Anno Internazionale della Chimica

La Gazzetta del Mezzogiorno, domenica 6 dicembre 2009

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Dimitri Mendeleev (1834-1907), il grande chimico russo, è ricordato principalmente per aver “scritto”, nel 1869, una tabella nella quale aveva disposto in ordine di peso atomico crescente tutti i 63 elementi noti al suo tempo. A mano a mano che procedeva, quando trovava un elemento con proprietà chimiche simili a quelle di uno già incontrato, lo scriveva in una casella sotto il primo, e così via. In questo modo ciascuna riga conteneva atomi con proprietà diverse e ciascuna colonna conteneva atomi con proprietà simili. Le righe si chiamano oggi “periodi” e le colonne “gruppi”. Era una intuizione sbalorditiva: infatti quando veniva scoperto un nuovo elemento, ancora Mendeleev in vita, questo andava a collocarsi proprio in una delle caselle lasciate vuote; non solo, ciascuna posizione nella tabella mostrò di avere un significato chimico ben preciso. Immagino il dispiacere di Mendeleev nel vedere che nella sua tabella c’erano degli enormi vuoti. Dopo il lantanio, che ha peso atomico 138 (138 volte il peso dell’idrogeno) conosceva il cerio che pesava 140 (un metallo usato negli accendini a sfregamento), ma l’elemento successivo noto pesava 180. Deve essere contento, là dove ora si trova, vedendo che tutte le caselle sono state riempite e anzi che quel vuoto è ora pieno di ben 17 elementi: i primi due sono lantanio e cerio, seguiti da elementi dai nomi poetici: neodimio, promezio, samario, europio, lutezio, eccetera, chiamati, per la loro limitata diffusione, ”terre rare”.

Non varrebbe la pena di parlare delle terre rare, o “elementi lantanidi” se non fossero venuti ad occupare delle posizioni commerciali e strategiche enormi, al punto che c’è un intenso crescente sfruttamento delle poche miniere in cui si trovano a bassissima concentrazione, ”rari” appunto. Tanto per capirci ve li nomino tutti, in ordine: lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tallio, itterbio, lutezio. Guardate le pale dei motori eolici che si stagliano contro il cielo delle nostre colline, ruotando lentamente e producendo elettricità. Ebbene questo è possibile perché sono stati inventati dei magneti permanenti che trasformano la rotazione delle pale in elettricità e tali magneti sono costituiti da una lega neodimio-ferro-boro contenente circa il 27 % di neodimio. La lega è stata scoperta quasi contemporaneamente nel 1982 dall’americana General Motors, dalla giapponese Sumimoto e dall’Accademia delle Scienze cinese. Una turbina da 1 megawatt di potenza contiene magneti che richiedono circa 200 chili di neodimio.

Sentite parlare delle automobili ibride, a benzina e elettriche, come la soluzione ecologica del futuro ? ebbene anche in ognuna di queste c’è un motore elettrico con magneti permanenti contenente neodimio. Le auto elettriche, poi, hanno bisogno di batterie di accumulatori a idruri di nichel che richiedono uno degli elementi delle terre rare, il lantanio, con aggiunta di praseodimio, disprosio e terbio. Il neodimio è indispensabile anche in tutti i magneti permanenti di cui siamo circondati, dalla superficie dei CD e dei DVD, a quelle strisce nere delle carte di credito, senza le quali non si potrebbero fare acquisti.

Siete contenti dei bei colori brillanti delle immagini del vostro televisore ? I vivaci toni del rosso sono possibili perché il rivestimento del video contiene europio. I grandi progressi degli schermi di computers e di telefoni cellulari con cui si può comunicare col tocco di un dito sono stati resi possibili da rivestimenti di ossido di indio e stagno. Senza contare l’uso del lantanio nella raffinazione del petrolio e di terre rare nelle ultrasofisticate apparecchiature militari.

La richiesta dei metalli delle terre rare sta rapidamente aumentando e aumenta anche il prezzo dal momento che il monopolio della loro estrazione è cinese, e i cinesi fanno sapere di voler limitare l’esportazione delle terre rare per usarle tutte nei loro grandi progetti di diffusione dei motori eolici e di sviluppo dell’elettronica di consumo che producono e esportano in tutto il mondo. Oltre il 90 per cento di tutte le terre rare prodotte nel mondo, poco più di 100.000 tonnellate all’anno, sono estratte da una grande miniera che si trova a Bayanobo nell’altopiano della Mongolia. La Cina produce il 100 percento delle tre terre rare più “strategiche”: disprosio, terbio e europio, assorbe il 60 % della propria produzione e esporta il resto, ma il grande paese è in rapida espansione e si prevede che aumenterà l’uso interno e diminuirà l’esportazione di terre rare.

Si può immaginare che i paesi occidentali siano ben preoccupati e cerchino altri giacimenti dei minerali da cui è possibile estrarre terre rare. A Mountain Pass, in California, c’è una grande miniera che, negli anni ottanta, era arrivata a produrre 20.000 tonnellate all’anno di lantanio e ossidi misti di neodimio e praseodimio; fu poi chiusa nel 2002 quando la Cina cominciò a invadere il mondo con le proprie terre rare a basso prezzo. Altri giacimenti da cui estrarre terre rare, ma con maggiori costi, si trovano in Canada, in Australia, in Russia; per inciso i minerali contenenti terre rare sono accompagnati da altri contenenti gli elementi radioattivi torio e uranio. Se cesseranno le esportazioni cinesi di terre rare aumenterà il prezzo di molte apparecchiature elettroniche, dei motori eolici e delle tanto attese auto elettriche. Inutile dire che c’è una grande agitazione nei mercati mondiali dei metalli e una febbrile ricerca di nuove leghe adatte per la fabbricazione di magneti permanenti. Una di queste è costituita da cobalto e samario che però è anche lui un elemento delle terre rare. Insomma gli elementi che Mendeleev non conosceva si stanno rivelando più preziosi dell’oro e dei diamanti.

Nell'agosto 2011 è stato pubblicato un rapporto sullo stato delle terre rare nel mondo nel sito:



domenica 14 agosto 2011

Crescita di che cosa ?

La Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì 8 agosto 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Due vite parallele a migliaia di chilometri di distanza. Un ingegnere nordamericano, Jay Forrester (nato nel 1918), specializzato nella progettazione dei calcolatori elettronici, docente nel prestigioso Massachusetts Institute of Technology, stava utilizzando, già negli anni cinquanta, i calcolatori per risolvere dei problemi di previsione. Per esempio come cresce la produzione industriale in seguito alla crescita o alla diminuzione dei soldi disponibili; come la mobilità in una città è influenzata dalla crescita del numero degli abitanti, delle automobili o dei mezzi di trasporto pubblico. Forrester aveva chiamato “dinamica dei sistemi” lo studio dei rapporti fra fenomeni il cui cambiamento può essere previsto mediante equazioni matematiche differenziali. Per inciso, equazioni simili erano già state usate trent’anni prima, per descrivere come aumentano le popolazioni animali, dagli studiosi di ecologia, un esempio della unità dei fenomeni dell’economia e dell’ecologia. Forrester aveva pubblicato libri di grande successo come “Industrial dynamics” (1961) e “Urban dynamics” (1969).

martedì 9 agosto 2011

Persone della Merceologia: Ottilia De Marco (1934-2009)

Elsa M. Pizzoli e Gigliola Camaggio, “Introduzione” a: G. Camaggio e altri (a cura di), “Raccolta di alcuni scritti della studiosa Ottilia De Marco”, Bari, WIP Edizioni, 2011, ISBN 978-88-8459-197-S, p. 5-7


Uno studioso non muore mai; può morire biologicamente ma il suo contributo resterà per sempre, fino a che esistono delle biblioteche, degli schedari … e fino a che funziona Internet. Questo vale certamente per Ottilia De Marco, professore emerito dell’Università di Bari. Nata nel 1934, orgogliosa della sua origine e cultura salentina, Ottilia De Marco ha affrontato presto le ricerche in quello che era l’Istituto di Merceologia di Bari ottenendo la libera docenza (quando ancora esisteva) e raggiungendo la cattedra di professore ordinario di Tecnologia dei cicli produttivi. Questa disciplina, originariamente nata da una costola della Merceologia, Ottilia De Marco ha saputo far diventare il centro di ricerche di rilievo internazionale, punto d’incontro e sintesi nei rapporti fra chimica, economia e ecologia. Ha infatti impostato i suoi corsi universitari e la sua ricerca sull’analisi dei “flussi” di materiali, di materie prime, di merci agricole industriali, attraverso l’economia.

La Tecnologia dei cicli produttivi è così diventata, grazie a Ottilia de Marco, la sede di analisi della circolazione della materia e dell’energia dalla natura, ai processi di produzione, a quelli di “consumo”, tenendo conto che tutti i materiali entrati in ciascun processo “devono” ritrovarsi alla fine sotto forma o di beni fisici utili, di merci, o di residui e rifiuti, merci anch’essi, sia pure negativi, con cui fare i conti per la loro sistemazione finale ma anche da cui possibilmente trarre altre materie ed energie.

Persone della Merceologia: Elvio Cianetti (1916-2009)

Scienza e Tecnica, 74, (489/490), p. 20 (maggio-giugno 2011)

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Uno studioso non muore mai; può morire biologicamente il corpo, ma la sua presenza durerà per sempre fino a che esistono delle biblioteche, degli schedari e … fino a che dura l’accesso a Internet. Questo vale particolarmente per Elvio Cianetti i cui scritti, migliaia di pagine in libri, atti di congressi, articoli di riviste, rappresentano una base per chi vorrà conoscere l’evoluzione degli studi chimici e merceologici negli ultimi cinquanta anni.

Elvio Cianetti, che ci ha lasciato nel 2009, era nato nel 1916; laureato in chimica, si era dedicato subito agli studi della chimica applicata alla conoscenza e al controllo delle merci che costituiscono la base culturale della Merceologia. Abbiamo preso insieme la libera docenza (che ancora esisteva) in Merceologia nel 1954 e da allora Cianetti è stato instancabile nel parlare dei problemi che la Merceologia consentiva di risolvere in quanto specialissima interfaccia fra gli studi sperimentali chimici e fisici e l’economia della produzione e del commercio.

A lui si devono molte opere di Merceologia e soprattutto l’introduzione nella ricerca del concetto di “qualità”, liberata dalle scorie di sociologismo e trattata nei suoi veri aspetti di descrizione delle caratteristiche e dell’utilità degli oggetti fabbricati dall’uomo, dei prodotti alimentari, della carta, del legno, delle materie plastiche, di cui era una autorità internazionale.

I lettori di “Scienza e Tecnica” ricordano i suoi articoli, sempre acuti e ironici; nella Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) Cianetti è stato a lungo membro del Comitato scientifico e consigliere della Società. Per mezzo secolo Elvio Cianetti è stato il paziente animatore e curatore della rivista “Rassegna chimica” che fece diventare la rivista ufficiale di Merceologia, fino alla sua chiusura nel 1999. Molti hanno perso un amico; la Merceologia ha perso uno dei protagonisti più significativi.

mercoledì 3 agosto 2011

Silvia Nebbia - Notizie sulla gomma

Ricerca di Silvia Nebbia, classe II B
Roma, febbraio 2009

Storia ed evoluzione della Gomma naturale

La gomma naturale ha una storia che risale a innumerevoli secoli or sono. Tale materiale viene ricavato da una pianta comunemente chiamata "albero della gomma", appartenente alla famiglia delle Euforbiacee, comprendente una ventina di specie.

Sebbene siano diffuse un po’ in tutto il nuovo continente, risulta però essere migliore l'Hevea brasiliensis, presente nel Brasile settentrionale, specialmente nella regione dell'Amazzonia.

venerdì 27 maggio 2011

Autarchia verde

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 12 aprile 2011


Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Autarchia è l’insieme di azioni che vengono praticate da un paese o da una comunità per approvvigionarsi dei beni materiali necessari utilizzando risorse disponibili sul posto. In generale si deve ricorrere a soluzioni autarchiche quando un paese o una comunità sono isolate, non possono o non vogliono scambiare merci e servizi con i paesi vicini. Questo si è verificato molte volte nella storia. Nel 1806 quando Napoleone vietò l’ingresso nei porti francesi delle navi che portavano lo zucchero di canna prodotto nelle colonie inglesi, fu incentivata la produzione autarchica di zucchero dalle barbabietole che crescono in Europa; durante tutte le guerre un paese deve produrre al proprio interno i beni che prima otteneva importandoli dai paesi nemici.

domenica 15 maggio 2011

Se un giorno il petrolio scomparisse

2011 Anno Internazionale della Chimica

La Gazzetta del Mezzogiorno, domenica 15 maggio 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Il petrolio si è affacciato come importante fonte di energia negli ultimi decenni del l’Ottocento, con una produzione relativamente modesta; nel 1900 il consumo mondiale di petrolio era di 30 milioni di tonnellate rispetto a 600 milioni di tonnellate di carbone. Si tenga presente che una tonnellata di carbone produce energia come 0,7 tonnellate di petrolio. Il consumo di petrolio aumentò rapidamente con l’avvento dell’automobile e dell’aeroplano e con la prima guerra mondiale (1914-1919). Nel 1920 il consumo mondiale di petrolio era di circa 130 milioni di tonnellate rispetto ad un consumo di carbone di circa 1200 milioni di tonnellate. Nel 1950, lasciatosi alle spalle il grande massacro della seconda guerra mondiale (1939-1945), il consumo di petrolio era diventato di 700 milioni di tonnellate rispetto ad un consumo di circa 1500 milioni di tonnellate di carbone. A partire dal 1950 ai due giganti energetici si è affiancato, in modo sempre più aggressivo, il gas naturale.

lunedì 28 marzo 2011

Considerazioni territoriali sulla produzione di biocarburanti. Il caso di una regione italiana

Annarita Paiano, Gigliola Camaggio e Giovanni La Gioia (Università di Bari)

I biocombustibili costituiscono uno degli strumenti più idonei a raggiungere alcuni degli obiettivi della politica ambientale che l’Unione Europea (UE) intende perseguire nel settore di trasporti, così da soddisfare anche i requisiti di sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti energetici. I biocombustibili tradizionali, o come sono definiti di 1° generazione, basati soltanto sull’uso di materie prime agricole, sembrano non essere sufficienti al raggiungimento di questi importanti obiettivi. Al contrario, i biocombustibili prodotti a partire da biomassa lignocellulosica attraverso l’uso di processi innovativi (ad esempio quella BtL, biomass to liquid), potrebbero consentire di superare alcuni limiti. Tali biocombustibili, etichettati di seconda generazione, potrebbero rappresentare una scelta idonea per il medio e lungo termine.

mercoledì 23 marzo 2011

L'allume e le scomuniche merceologiche

Autori vari, "La società dell'allume", Roma, Istituto Ricerche Placido Martini, 1985, p. 8-10


Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Generalmente siamo portati a pensare che l’industrializzazione, il capitalismo e i monopoli siano fenomeni relativamente recenti, che risalgono al massimo all’inizio del 1700. Ci sono invece, soprattutto nel campo minerario, delle attività molto più antiche, ma già organizzate con criteri moderni. Una storia di questo genere riguarda la produzione dell’allume e la nascita della città di Allumiere, vicino Civitavecchia.

L’allume è noto fin dall’antichità: ne parla Plinio (23-79 d.C.) nella sua grande enciclopedia merceologica intitolata “Storia naturale” (che ha avuto finalmente una buona edizione italiana, pubblicata da Einaudi). L’allume era ed è una merce molto importante: è impiegato per fissare i colori sulle fibre tessili, per la concia delle pelli, in medicina, per rendere resistenti al fuoco i tessuti e il legno e, adesso, nella produzione della carta e nella depurazione delle acque.

lunedì 21 marzo 2011

Alluminio, Via del Terzo Gruppo 13

2011 Anno Internazionale della Chimica

Oggi gli oggetti di alluminio sono banali e diffusissimi, ma ai primi dell'Ottocento l'alluminio era ancora una sostanza misteriosa, benché fosse e sia il terzo elemento più diffuso sulla crosta terrestre, dopo l'ossigeno e il silicio. Il suo carattere misterioso è dovuto al fatto che l'alluminio si è trasformato, nella lunga storia geologica della Terra, in ossidi, idrati e silicati, difficilmente attaccabili da altri agenti chimici.

La scoperta che molti diffusi minerali nascondevano un "nuovo" metallo si deve al chimico tedesco Friedrich Wöhler (1800-1882), che nel 1827 riuscì a trasformare l'ossido di alluminio in cloruro di alluminio e ad ottenere, trattando il cloruro con potassio metallico, un metallo bianco, argenteo, leggero e molto bello, di peso atomico 27, resistente alla corrosione.

Nel 1854 il francese Saint-Claire Deville (1818-1881) scoprì che era possibile scomporre il cloruro di alluminio con sodio metallico, meno costoso del potassio usato da Wöhler. L’alluminio, per le sue proprietà, ebbe l'onore delle prime pagine dei giornali e fu presentato all’Esposizione universale di Parigi del 1855, sotto forma di monili, ornamenti e posaterie di lusso.

Napoleone III, comprendendo l'importanza del nuovo metallo, incoraggiò e sostenne una sua produzione industriale. Una materia prima abbondante fu trovata nella bauxite, un minerale di cui esistevano giacimenti in Francia intorno a Le Baux, nella Provenza. Un primo successo si ebbe con la scoperta che era possibile purificare la bauxite trattandola con acqua e idrato sodico; l'alluminio forma un idrato solubile mentre resta insolubile un fango contenente ossidi di ferro e di altri metalli. La soluzione contenente idrato di alluminio può essere scomposta in modo da ottenere una polvere di idrato di alluminio molto puro e da questo l'ossido di alluminio un processo perfezionato e brevettato nel 1888 dall'austriaco Karl Bayer (1849-1904). La trasformazione dell’ossido di alluminio in alluminio su larga scala fu resa possibile dalla disponibilità di elettricità a basso prezzo: due giovani inventori, entrambi di 22 anni, Paul Héroult (1863-1914) in Francia e Charles Hall (1863-1914) negli Stati Uniti, scoprirono indipendentemente e brevettarono, nel 1886, a poche ore di distanza, uno da una parte e uno dell'altra dell'Oceano, il processo elettrolitico che si segue ancora oggi.

L'invenzione consisteva nello "sciogliere" ad alta temperatura l'ossido di alluminio in una sostanza, la criolite, costituita da fluoruro di alluminio e potassio; il passaggio della corrente elettrica attraverso questa soluzione scompone l'ossido di alluminio in alluminio e in ossigeno che reagisce con l'elettrodo di carbone e da luogo alla formazione di ossido di carbonio. Con questo processo l'alluminio si avviava a diventare il nuovo metallo strategico e compariva sul mercato proprio nel momento in cui nascevano l'industria automobilistica e quella aeronautica; gli aeroplani avrebbero potuto sollevarsi e volare soltanto se la loro struttura fosse stata sufficientemente "leggera" e l'alluminio, che pesa tre volte meno del ferro, divenne subito il metallo favorito. Nel 1903 fu costruito il primo blocco motore per aereo in lega di alluminio e rame.

Durante tutto il Novecento la produzione di alluminio è aumentata continuamente. Attualmente vengono estratti ogni anno nel mondo 180 milioni di tonnellate di bauxite, principalmente in Australia, Brasile, Cina, Guinea, Giamaica, e vengono prodotti 28 milioni di tonnellate di alluminio primario (si tratta del secondo metallo come importanza industriale; la produzione del primo, l'acciaio, supera di poco i 1100 milioni di tonnellate all'anno). Altro alluminio è ottenuto dalla rifusione di rottami, lattine, imballaggi, eccetera; il consumo di energia per ottenere l'alluminio riciclato (alluminio secondario) è venti volte inferiore a quello che si ha quando si produce alluminio primario dalla bauxite.

Con l’alluminio è possibile preparare, con altri metalli, migliaia di leghe, ciascuna delle quali ha speciali proprietà. L'alluminio può essere reso resistente alla corrosione mediante un trattamento elettrolitico superficiale. La maggioranza degli impieghi sono nell'industria automobilistica, motociclistica, aeronautica, dove le proprietà di "leggerezza", cioè di basso peso specifico, sono particolarmente importanti, nell'industria elettrica, nella produzione di imballaggi anche alimentari, in edilizia e in innumerevoli altri campi.

mercoledì 16 marzo 2011

Breve storia delle frodi

Giorgio Nebbia e Gabriella Menozzi Nebbia nebbia@quipo.it

Le frodi sono una delle attività criminose più antiche dell'umanità e sono saldamente radicate nella vita sociale (1)(2)(3)(4). Nel momento in cui il denaro è diventato l'indicatore del valore delle merci e in cui il possesso del denaro è diventato l'indicatore del valore delle persone, era abbastanza naturale che i commercianti aumentassero il proprio profitto vendendo a prezzo più elevato merci meno pregiate.

Nella Bibbia ci sono numerose denunce di pratiche commerciali fraudolente condannate da Dio; il profeta Amos (che dovrebbe essere vissuto intorno al 750 avanti Cristo) si fa interprete della voce di Dio che si indigna con quelli che aspettano l'occasione per vendere il frumento riducendo il volume e crescendo il peso, con bilance false, commerciando e speculando sugli scarti del grano (4a).

martedì 15 febbraio 2011

L'olio di croton come fonte di energia

Ottilia De Marco, Gigliola Camaggio e Serena Stifani
Università degli Studi di Bari


La situazione energetica a livello mondiale è alquanto critica per cui è necessario porre molta attenzione a tutte le possibili fonti di approvvigionamento alternative. Il comparto agricolo può rivestire un ruolo importante in tal senso e la biomassa in particolare può contribuire alla riduzione della dipendenza energetica, alla valorizzazione delle aree marginali, dei residui agroindustriali e permettere la riduzione dei gas serra.

mercoledì 2 febbraio 2011

L’impronta idrica (il “costo in acqua”) delle merci: il caso dell’olio di oliva

V. Amicarelli *, T. Gallucci *, G. Lagioia * e V. Dimitrova **

* Università di Bari
** Economics University of Varna, Bulgaria

La possibilità di indirizzare lo sviluppo economico in modo sostenibile dipende dalla conoscenza delle interazioni esistenti tra il sistema antropico e quello naturale. In particolare dalla conoscenza delle relazioni che intercorrono tra il territorio, inteso come l’insieme delle risorse naturali quali l’aria, l’acqua, il suolo, la fauna, la flora, il clima e le attività umane, è possibile evidenziare le pressioni ambientali da quest’ultime esercitate. Le informazioni così ottenibili costituiscono la base per la tutela e la gestione delle risorse naturali di un territorio senza comprometterne le possibilità di sviluppo

17° Congresso internazionale di Merceologia, Bucarest 2010

Giovanni Lagioia
Università di Bari


Dal 21 al 25 settembre 2010 si è tenuto a Bucarest (Romania) il 17° Simposio promosso dall’IGWT la società scientifica internazionale delle Scienze Merceologiche. Il titolo scelto dalla sede ospitante, l’Accademia di Studi Economici, è stato Facing the Challenges of the Future: Excellence in Business and Commodity Science. L’Accademia ospita la Facoltà del Commercio dove gli studi merceologici si integrano con quelli relativi ai servizi turistici e al commercio.

Lo scopo principale dell’incontro scientifico è stato quello di mettere a confronto i partecipanti sui contributi che le Scienze merceologiche possono fornire alle sfide future imposte dalla gestione e dallo sviluppo delle attività economiche. In particolare i promotori dell’incontro hanno focalizzato l’attenzione sugli stimoli che le “restrizioni ambientali” pongono alle attività economiche favorendo la nascita di “eccellenze”, ovvero di esempi di attività produttive capaci di svilupparsi pur nel rispetto dell’ambiente.

Le tematiche dibattute, quale sintesi degli argomenti suggeriti e di quelli risultanti dai contributi presentati (oltre 200), si possono ricondurre a:

Qualità degli alimenti e loro sicurezza, nella quale si sono discussi le innovazioni di prodotti alimentari, le analisi dei valori nutritivi, i nuovi imballaggi, gli studi sulle filiere agroalimentari e il ruolo della etichettatura;

Gestione della qualità dove i contributi trattano dei vari sistemi di gestione della qualità o sono sintetizzati i risultati di analisi qualitative di prodotti;

Nuovi approcci per la protezione ambientale, s’interviene nel vivace dibattito sugli strumenti per valutare le ricadute ambientali e sociali della gestione delle attività economiche o s’illustrano le caratteristiche delle merci a minore impatto ambientale;

ed infine nella tematica Scienza del consumo: innovazione, cultura ed etica si registrano varie ricerche nelle quali gli autori forniscono le loro idee circa l’evoluzione culturale degli studi merceologici, gli effetti della globalizzazione sui modelli di consumo delle merci e sul rapporto impresa-consumatore e, infine, le innovazioni nel settore dei prodotti non alimentari.

Il simposio ha visto la partecipazione di studiosi provenienti da vari paesi europei e asiatici, dove sono prevalentemente presenti gli studi merceologici nelle istituzioni universitarie.

Gli atti che raccolgono i contributi sono stati pubblicati come fascicolo speciale della rivista scientifica rumena “Calitatea – acces la success” http://www.calitatea.srac.ro/en/archive_supplements.html

martedì 1 febbraio 2011

XXV Congresso Nazionale di Merceologia

Dal 26 al 28 settembre si terrà a Udine e Trieste, organizzato dal prof. Luciano Ceccon dell'Università di Udine, il XXV Congresso Nazionale di Merceologia sul tema: "Contributo delle scienze merceologiche per un mondo sostenibile"

Informazioni sull'organizzazione si possono trovare nel sito: http://www.econ.units.it/XXV-CongAISME

In occasione della cerimonia di apertura del Congresso, che avrà luogo a Trieste il 26 settembre 2011, verrà consegnata una targa ricordo alla vedova del prof. Claudio Calzolari (1920-2007), per molti anni titolare della cattedra di Merceologia e direttore del prestigioso Istituto di Merceologia di quella Università.

Da quando, circa 50 anni fa, i fondatori della Merceologia colsero l'importanza di organizzare il primo Congresso Nazionale, i temi trattati e l'ottica con la quale essi vengono affrontati si sono continuamente e profondamente trasformati, aggiornandosi alle varie esigenze.

Oggi, in un'epoca nella quale gli scambi di merci, informazioni e persone non solo all'interno dei singoli Paesi, ma a livello intercontinentale e planetario sono diventati sempre più facili e rapidi, anche i Merceologi sono chiamati ad affrontare tali argomenti avendo come termine di confronto un obiettivo di sostenibilità non a livello di singoli Paesi o aree geografiche, ma a livello globale (Mondo Sostenibile).

Pertanto tutte le tematiche di nostro interesse, alle quali non a caso nel XXV Congresso del 2011 è dedicata una specifica sessione di approfondimento (Alimenti; Ambiente; Energia; Qualità, Tecnologia ed Innovazione), non possono più essere viste in un'ottica locale.

Inoltre, le nuove sfide sempre più impegnative alle quali l'uomo è chiamato a rispondere per assicurare non solo il progresso e lo sviluppo, ma la stessa sopravvivenza della Terra, rendono necessario un approccio multidisciplinare, in base al quale ogni ambito scientifico può giocare un ruolo importante e contribuire a individuare le possibili soluzioni.

Alimenti

Lo sviluppo del settore agro-alimentare dipende fortemente dalle abitudini comportamentali e quindi dai mutamenti socio-economici di una società in continuo divenire. Ciò significa che tutti gli operatori della filiera sono chiamati a rispondere alle nuove esigenze di un consumatore che richiede prodotti alimentari salubri, a basso impatto ambientale, ad elevato valore salutistico, facilmente conservabili, con dichiarazioni in etichetta chiare e complete.

La caratterizzazione quali-quantitativa dei componenti, la sicurezza d’impiego, la rintracciabilità e la certificazione della qualità di un prodotto agro-alimentare, la valorizzazione dell’approccio Life Cycle Assessment (LCA) nella filiera produttiva di un alimento, nel contesto delle tipicità, sono solo alcuni aspetti di cui il merceologo ha il dovere di occuparsi. Per dare spazio a queste ed altre tematiche inerenti gli alimenti è stata pensata una apposita sessione.

Ambiente

Esiste una preoccupazione sempre più diffusa sulle conseguenze ambientali delle attività antropiche, che nel corso degli anni hanno provocato un peggioramento delle caratteristiche di suolo e sottosuolo, acque superficiali e profonde e atmosfera.

Oggi è necessario sostituire certe sostanze o materiali con altri meno pericolosi, ridurre le emissioni dannose per l’ambiente e la salute umana, diminuire la quantità di rifiuti prodotti, utilizzare il più possibile le materie prime secondarie perché abbiamo l’obbligo di essere rispettosi di noi stessi e delle generazioni future. Un supporto importante alla gestione degli impatti ambientali di prodotti, processi e attività è assicurato dai sistemi di certificazione ambientale e dallo strumento LCA.

Nella sessione "Ambiente" verranno presi in considerazione i contributi che riguardano sia le conseguenze sull’ambiente, provocate dalle fasi di produzione/ consumo/ smaltimento di prodotti e/o di erogazione/fruizione di servizi, che le più recenti iniziative e strategie per ridurre i loro impatti negativi nell'ottica della sostenibilità ambientale.

Energia

Il fabbisogno sempre più massiccio di energia, che ha caratterizzato la storia degli ultimi secoli, rappresenta la causa principale degli innumerevoli problemi che ora siamo costretti ad affrontare. L’impiego di fonti fossili, esauribili ed inquinanti, deve ora essere limitato da intelligenti politiche di risparmio ed efficienza energetica, nonché da un più ampio utilizzo delle energie alternative.

Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile è necessario conoscere i limiti “fisici” delle risorse energetiche del pianeta. La terra è costituita, anche in questo campo, da risorse finite; il solo apporto esterno deriva dall’energia solare. I possibili modi di recupero di tale energia sono molteplici. L’energia inglobata nelle biomasse e l’energia eolica sono state da sempre sfruttate dall’uomo, ma altre ancora sono le possibili modalità di utilizzo dell’energia solare, grazie ad innovative e sempre più sofisticate tecnologie di trasformazione. Per tali motivi l’uso delle diverse fonti energetiche è un tema di sempre maggiore attualità.

Nella sessione "Energia" verranno presi in considerazione i contributi che riguardano in particolare i più recenti ed efficienti impieghi sia di fonti rinnovabili, che di fonti non rinnovabili.

Qualità, tecnologia e innovazione

In molti settori produttivi e in molti Paesi puntare su prodotti/servizi di qualità, entrando nel meccanismo dell'innovazione tecnologica e del miglioramento continuo, è diventato essenziale per poter competere in un mondo globale.

La sfida, rappresentata da una gestione sistemica basata sull’approccio per processi orientata alla sostenibilità ambientale e sociale, oltreché economica, non può prescindere dall’impiego delle migliori tecnologie disponibili. Gli ambiti di applicazione sono innumerevoli, dall’elettronica, all’informatica, alle telecomunicazioni, ai vari settori produttivi (agro-alimentare, edile, forestale, manifatturiero, medico, minerario e dei servizi).

Tecnologia e innovazione, opportunamente armonizzate con la salvaguardia di sicurezza e salute, svolgono pertanto un ruolo chiave nello sviluppo sostenibile.

Ai temi della qualità e dell'innovazione tecnologica è quindi dedicata una specifica sessione.