venerdì 27 maggio 2011

Autarchia verde

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 12 aprile 2011


Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Autarchia è l’insieme di azioni che vengono praticate da un paese o da una comunità per approvvigionarsi dei beni materiali necessari utilizzando risorse disponibili sul posto. In generale si deve ricorrere a soluzioni autarchiche quando un paese o una comunità sono isolate, non possono o non vogliono scambiare merci e servizi con i paesi vicini. Questo si è verificato molte volte nella storia. Nel 1806 quando Napoleone vietò l’ingresso nei porti francesi delle navi che portavano lo zucchero di canna prodotto nelle colonie inglesi, fu incentivata la produzione autarchica di zucchero dalle barbabietole che crescono in Europa; durante tutte le guerre un paese deve produrre al proprio interno i beni che prima otteneva importandoli dai paesi nemici.

Una politica autarchica si ebbe in Italia durante il fascismo quando la Società delle Nazioni (quella che sarebbe diventata l’Organizzazione delle Nazioni Unite) vietò l’esportazione verso l’Italia di alcune materie prime. Ma negli stessi anni l’Unione Sovietica, isolata politicamente, dovette cercare soluzioni autarchiche per alcune materie prime fra cui la gomma di importazione e risolse il problema con la produzione di gomma sintetica. La gomma naturale venne a mancare negli anni quaranta del Novecento negli Stati Uniti, che produssero una gomma autarchica da piante che crescevano in California e Arizona. Talvolta le soluzioni autarchiche erano ingenue e economicamente inaccettabili e sono state presto abbandonate, ma altre si sono rivelate tecnicamente ingegnose e sono risultate valide anche quando l’isolamento è finito.

Abbastanza curiosamente in questo momento in cui sono possibili scambi internazionali globali, in cui praticamente non esistono, se non in casi limitati, paesi isolati dagli scambi con altri, la necessità di un’autarchia si ripresenta, ma su scala planetaria. Dal momento che non c’è nessun altro pianeta, al di fuori della Terra, da cui ottenere minerali e materie le cui riserve terrestri sono in via di esaurimento, occorre cercare altre risorse, all’interno del nostro pianeta, da utilizzare con quelle soluzioni che oggi chiamiamo “verdi, “ecologiche” e che spesso vanno ricercate fra le invenzioni autarchiche, fatte molti decenni fa e dimenticate.

Un’esplorazione della storia delle autarchie, con particolare riferimento a quella italiana degli anni trenta, è stata fatta in un prezioso libro, apparso di recente, “L’autarchia verde” (Milano, Jacabook) scritto dal prof. Marino Ruzzenenti, un attento studioso di storia dell’industria e dell’ambiente della Fondazione di storia contemporanea Luigi Micheletti di Brescia. Il recupero di rottami metallici da trasformare in nuovi metalli, reso possibile attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti, di cui tanto si parla, è una tipica soluzione autarchica che veniva praticata in Italia negli anni trenta, ma anche in tutti i paesi durante la prima e la seconda guerra mondiale.

La necessità di produrre nuovi metalli dai rottami ha spinto alla scoperta di nuovi processi che hanno fatto progredire la tecnologia siderurgica al punto che oggi circa la metà dei 1300 milioni di tonnellate di acciaio prodotti nel mondo è ottenuta per riciclo dei rottami. La riscoperta “ecologica” dei carburanti per autotrazione ottenuti dalla biomassa (alcol etilico, carburanti diesel ottenuti dai grassi) ha utilizzato tecnologie autarchiche che erano state messe a punto negli anni trenta quando si profilava (già allora) la scarsità delle riserve mondiali di petrolio.

Oggi vengono riscoperte come “verdi”, in alternativa alle fibre sintetiche derivate dal petrolio, molte fibre naturali che erano state utilizzate in periodo autarchico come quelle ricavate dalla ginestra, dalla canapa, la fibra bemberg ottenuta dalla cellulosa agricola o quelle ottenute da proteine vegetali. La crescente attenzione per le materie plastiche dette ”biodegradabili” si basa su molecole ricavate dall’amido e dalla cellulosa, già sperimentate decenni fa in vari paesi.

Nel 1951 il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti pubblicò un volume contenente una rassegna di tutte le soluzione autarchiche agricole adottate nel ventennio precedente. Un convegno dell’Università di Lecce del 1996, ha esaminato come le materie agricole e forestali, giù usate decenni fa a fini autarchici, possono essere “nuove” fonti di merci e di energia. Esistono riviste specializzate che trattano i processi industriali per ottenere materie prime e merci da prodotti agricoli non alimentari, rinnovabili e non esauribili. Il libro del prof. Ruzzenenti racconta anche molte storie dei personaggi che, nell’ultimo secolo, hanno contribuito a soluzioni autarchiche intelligenti in Italia e nel mondo. Una importante fonte di idee per chi volesse elaborare una efficace politica economica per il XXI secolo.

Nessun commento:

Posta un commento