venerdì 31 agosto 2012

merci sintetiche, merci naturali


Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

L’acciaieria ILVA di Taranto è sporca; la lattina di conserva di pomodoro è pulita fino a quando sta nel negozio; la lattina di pomodoro vuota è sporca. La pasta alimentare che si trova nel negozio è pulita; gli escrementi in cui va a finire dopo il pranzo sono sporchi. L’esercizio si potrebbe ripetere infinite volte perché tutta la vita umana consiste nella transizione da cose pulite offerte dalla natura, a processi tecnici sporchi, a merci pulite, a rifiuti sporchi --- che talvolta possono riscattarsi con processi tecnici sporchi che producono merci riciclate pulite, e così via.

Nel mondo della natura non esiste sporco e pulito. Esistono soltanto cicli chiusi in cui tutto è pulito e in ordine perché ha il fine unico, importante, che è la vita; nella natura non esistono rifiuti o scorie e non esiste neanche la morte, ma solo un passaggio continuo di materia e di energia che ha come fine, appunto, la propagazione della vita nelle sue innumerevoli forme.

martedì 14 agosto 2012

Prodotti e ambiente

La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 14 agosto 2012

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Quarant’anni fa, nel 1972, appariva la traduzione italiana di un libro intitolato. “Il cerchio da chiudere”, del biologo americano Barry Commoner, uno studioso che era stato attivo nella denuncia dei danni ecologici e umani derivanti dalle scorie radioattive delle esplosioni nucleari dell’atmosfera e nei movimenti che portarono alla cessazione di tali esplosioni a partire dal 1962. Commoner aveva pubblicato vari libri e articoli per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze negative di molte innovazioni tecnico-scientifiche, e sui rapporti fra scienza e società. Commoner spiegava che la natura opera secondo cicli chiusi; le scorie della vita animale e vegetale diventano fonti di altra vita; la tecnica umana invece produce scorie che sono estranee alla natura e fonti di inquinamento: La salvezza andava perciò cercata nello sforzo di “chiudere il ciclo” prodotti-natura, come diceva il titolo del libro citato all’inizio.