mercoledì 13 luglio 2016

Bruno Notarnicola, Dialogo con Giorgio Nebbia

Università Roma 3, 9 maggio 2016


Bruno Notarnicola

Dialogo con Giorgio Nebbia

Nebbia, Signor Presidente, ringrazio lei e tutti i colleghi per aver organizzato, come Accademia Italiana di Scienze Merceologiche, l’associazione italiana dei cultori di Merceologia e delle discipline affini, questo incontro in occasione del mio novantesimo compleanno.

Notarnicola. Professore, come si è avvicinato alla Merceologia?

Nebbia, Da ragazzo volevo fare l’ingegnere, poi per vari eventi, quando ancora ero studente, un giorno ho messo piede in un Istituto di Merceologia, quello del prof. Walter Ciusa nell’Università di Bologna. Non sapevo neanche che cosa fosse la Merceologia e poi, piano piano, ho capito che era qualcosa che aveva a che fare con le cose che si producono, che si comprano e che si vendono e che aveva anche degli aspetti tecnici, scientifici, chimici. Mi sono così laureato in chimica e, a poco a poco, un po’ imparando e un po’ insegnando, ho compreso la bellezza di questa disciplina che ho praticato per tutta la vita.
Io dico anzi che, nella mia lunga vita, ho avuto due amori, mia moglie Gabriella e la Merceologia, perché mi è sempre sembrato bellissimo studiare, cercare di capire, e poi parlare, raccontare, le cose che si fabbricano con la materie prime naturali e col lavoro, nei campi e nelle fabbriche e che arrivano poi nei negozi e nelle case.
Devo tutto al Professor Ciusa, il quale mi ha accompagnato nella scoperta della Merceologia insegnandomi a considerare non solo i processi e i caratteri delle merci, ma anche la storia delle tecniche di produzione e della loro evoluzione, della concorrenza fra processi e prodotti, e la necessità di guardare al futuro, su come probabilmente saranno fabbricate, con quali materie prime e come questo influirà anche sulla società e sull’ambiente naturale.